Lunga intervista del nostro direttore al portale Serie D
È da poco terminata un’altra estate calcistica che per la Serie D è stata caratterizzata dalla ormai solita telenovela per i ripescaggi in Lega Pro. Tra le squadre coinvolte c’è stato anche l’Alcione, miglior seconda della scorsa stagione, che ha accarezzato il sogno di diventare la terza squadra di Milano tra i professionisti. Un sogno infranto al Consiglio Federale della FIGC, che ne ha bocciato la richiesta per via di alcuni problemi con l’impianto scelto dagli Orange, l’Arena Civica Gianni Brera.
“Ci hanno detto che non lo consideravano un impianto sportivo, allora mi chiedo perché l’anno precedente ci hanno permesso di giocare contro squadre come Rimini o Carpi. Capisco che i criteri per la C siano diversi, ma potevano dircelo subito e non indicarci di effettuare interventi che loro stessi hanno poi bocciato, tra l’altro a costi sostenuti“. A parlare ai microfoni di SerieD24 è il direttore sportivo dell’Alcione Matteo Mavilla, il quale non nasconde una certa amarezza per come le istituzioni hanno seguito il caso del club: “È stata una situazione paradossale. Ad esempio, abbiamo montato un sistema di videosorveglianza secondo i dettami della Questura di Milano, ma poi non abbiamo avuto il via libera dalla Prefettura. – afferma il ds degli Orange – “Inoltre sono venuti a controllare l’impianto soltanto all’ultimo giorno utile per la presentazione della domanda di ripescaggio. Questo non ci ha permesso di integrare eventuali mancanze“.
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